Editoriale
Perché Rúben Neves e Grabri Veiga sono così importanti per la SPL?
A cura di Cesare Tamborini
Si può affermare che l’approdo in Saudi Pro League di Rúben Neves e Gabri Veiga nell’estate scorsa abbia rappresentato, per certi versi, importanza maggiore rispetto a quelli di CR7, Benzema e Neymar? Un quesito che, verrebbe da dire, rappresenta la classica “domanda da un milione di dollari”, o anche di più, visto che parliamo della SPL dove il denaro abbonda. Per tentare di darne una risposta torniamo indietro di qualche tempo ed analizziamo quando e come i sopra citati calciatori sono giunti in SPL.
In principio fu CR7
Partiamo dalla pietra miliare di quella che, da più parti, viene chiamata come “Saudi Pro League 2.0” ovvero l’arrivo di Cristiano Ronaldo. Fenomeno portoghese che ha deciso di volare in Arabia Saudita nel gennaio del 2023 aprendo, di fatto, la porta ad altri top player. Tant’è che, a distanza di oltre un anno, si continua a parlare di “effetto Ronaldo”. In sostanza il messaggio di CR7 è stato “Se ci vado io in Arabia, potete andarci anche voi”. E così è stato perché, dopo di lui, sono stati svariati i colleghi, tra top player e no, a fare le valigie e volare a Riyad.
Ma Ronaldo, e su questo bisogna essere onesti, è comunque un calciatore che ha compiuto da poco 39 anni. Il meglio di sé, come si suole dire, lo ha già dato pur mettendo in campo, anche nelle partitelle del mercoledì, quella “fame” che è, tecnica e fisico a parte, ritenuta da più parti come la sua maggiore qualità.
Discorso analogo lo si può fare con Benzema e Neymar i quali, non più ragazzini, hanno lasciato l’Europa ed accettato di proseguire, e magari terminare anche, le loro favolose carriere in Arabia Saudita.
A completare gli approdi in Saudi Pro Legaue ci sono stati altri nomi di assoluto prestigio, tra i quali Sergej Milinković-Savić, Kalidou Koulibaly, Roberto Firmino, Franck Kessié e N’Golo Kanté; ma il fatto che Rúben Neves e Gabri Veiga abbiamo voluto traferirsi in Arabia Saudita, rispettivamente all’Al-Hilal ed all’Al-Ahli, è davvero da rimarcare. Ma perché?
Napoli? No, grazie
Un dato, da solo, sarebbe già relativamente sufficiente a spiegarne il motivo: l’età. I due hanno rispettivamente 26 e 21 anni. Stiamo parlando quindi di un calciatore che è nel pieno della carriera e di un altro che è, se non proprio all’inizio, quasi. Ma c’è di più perché, se ci riferiamo a Gabri Veiga, stiamo esaminando la situazione di un giocatore considerato se non addirittura un enfant prodige, comunque un prospetto di grande interesse. Tesi, questa, avvalorata dal fatto che l’estate scorsa il ventunenne, in forza al Celta Vigo, è stato vicino ad approdare al Napoli campione d’Italia in carica. Centrocampista che era nel mirino di un top club europeo, quindi. Ad avvalorare l’effetto sorpresa della sua dipartita dalla Liga, con destinazione Riyad, ci sono da ricordare le polemiche che si sono levate in Spagna alle quali il diretto interessato ha risposto.
No Barcellona e Newcastle
Se per il centrocampista spagnolo vi era quindi il prestigioso interesse del club partenopeo, per Rúben Neves si parlava addirittura del Barcellona. Club campione di Spagna in carica che, anch’esso nell’estate 2023, aveva messo gli occhi sul centrocampista portoghese del Wolverhampton. Un dato, questo, veramente da rimarcare visto e considerato che allenatore del club catalano era un certo Xavi, considerato come uno dei più grandi centrocampisti della storia del calcio.
Ma c’è di più perché i suoi anni in Premier League (6 in totale) gli sono valsi, durante il mercato di gennaio appena chiuso, l’interesse del Newcastle desideroso di mettere sotto contratto un centrocampista di comprovata esperienza per rinforzare la rosa. Voci, che erano anche più di semplici rumors, alle quali il portoghese aveva risposto così “Il club (Newcastle n.d.r.) era interessato a me già prima che venissi in Arabia, ma io e la mia famiglia siamo felici qui e mi sto divertendo molto”.
Rúben Nevese Gabri Veiga che rappresentano, in sostanza, i casi di due professionisti, non a fine carriera, che hanno scelto la SPL, pur potendo rimanere in Europa in club di assoluto prestigio. E questo è un dato sul quale la lega saudita poggia, e poggerà, le basi per il suo futuro che, come hanno rimarcato più volte i suoi dirigenti, non sarà solo top player, ma anche giovani, allenatori di assoluto livello e tutto quanto potrà contribuire a portare la SPL ai vertici del calcio mondiale.
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