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Carlo Nohra (ad Saudi Pro League): “Aspetto Mourinho e Immobile”
A cura di Cesare Tamborini
In questi giorni in Italia per partecipare al Festival dello Sport a Trento, Carlo Nohra ha parlato a 360° della Saudi Pro League della quale è “Head of Operations”. All’evento ha partecipato anche Roberto Donadoni, il quale ha analizzato le differenze tra la lega saudita ed il campionato statunitense e cinese nei quali ha militato.
Soldi, ma non solo
Il dirigente ha iniziato la sua disamina sulla lega saudita sostenendo che il fattore economico non sia l’unico a fare muovere tanti giocatori verso l’Arabia; concetto questo che spiega con il fatto che “I giocatori si sono resi conto che in SPL c’è un progetto preciso, a lungo termine. Siamo nati appena 4 mesi fa ed abbiamo fatto un grande sforzo sul mercato”. Mercato che è stato a dire poco faraonico l’estate scorsa, ma che il dirigente definisce come “copertina” in quanto il lavoro che stanno portando avanti è anche “Sulle infrastrutture, sul personale, sull’organizzazione oltre che ovviamente sul mercato”.
Il tutto, e qui sta una delle differenze rispetto al boom del campionato cinese di alcuni anni fa, basandosi sulla passione per il calcio che in Arabia viene seguito dall’80% della popolazione.
Le parole di Donadoni
Passione che è uno degli ingredienti fondamentali della ricetta SPL a detta anche di Roberto Donadoni; l’ex c.t. della nazionale italiana, che vanta un’esperienza da giocatore in Arabia Saudita nel 1999, ha dichiarato, anch’egli al Festival dello Sport, come nel paese arabo, a differenza di USA e Cina, abbia trovato grande passione per il calcio. Donadoni che rileva poi come la lega saudita, a differenza di quella cinese, “Sia un progetto molto più strutturato che guarda al medio ed al lungo termine”. Ex campione milanista che ricorda anche un episodio personale: “In America giocavo su un campo sintetico condiviso con due squadre della NFL (Jets e Giants), a Gedda ho giocato sul miglior manto erboso che abbia mai calcato in vita mia”.
Europa e Champions League
Argomento forte dell’intervento di Nohra è stato circa un futuro in Europa delle squadre saudite o se invece sarà la UEFA Champions League ad allargarsi all’Arabia Saudita. Questione, questa, che sta creando molte speculazioni arrivando anche sul tavolo dell’attuale Presidente della UEFA Čeferin (qui per saperne di più). Nohra ha dichiarato che “Al momento non c’è nessuna intenzione da parte nostra di spostarci verso l’Europa, pur essendo la Champions League il modello da seguire. Noi però – prosegue il dirigente – non vogliamo solo copiare, ma creare qualcosa di nostro. Vogliamo costruite un prodotto valido, appetibile e riconosciuto, poi si vedrà”.
Mondiali 2034
Futuro che vorrà dire, probabilmente, ospitare i Mondiali del 2034 in Arabia Saudita (qui per saperne di più) che porteranno, se effettivamente assegnati al Paese saudita, “Benefici all’intero scenario calcistico del Paese, SPL compresa” osserva il dirigente.
Il “Ronaldo effect”, Mourinho e Immobile
Dopo aver parlato di futuro, il dirigente fa un salto al recentissimo passato analizzando come l’arrivo in Arabia di Cristiano Ronaldo sia stato “Eccezionale per tutti noi; un effetto volano sia in termini di visibilità che di contratti televisivi”. CR7 che è stato quindi un salto enorme “Come potrebbe esserlo, nel prossimo futuro, Josè Mourinho” analizza Nohra; attuale allenatore della Roma del quale si vocifera abbia sul tavolo un’offerta “monstre” proprio dal campionato saudita.
Offerte con tanti zeri che sono pervenute, già dall’estate scorsa, anche a Ciro Immobile il quale, proprio in questi giorni, si è definito forse rammaricato per non averle accettate; “Non è mai troppo tardi, la qualità non scomparirà mai” sono le emblematiche parole di Nohra che fanno presagire come il capitano laziale sarà sui taccuini sauditi anche nella sessione invernale del calciomercato.