Editoriale
L’Arabia Saudita si prepara ai Mondiali del 2034
A cura di Cesare Tamborini
Dopo che il Presidente della FIFA Gianni Infantino (qui la sua dichiarazione) ha, di fatto, ufficializzato che i Mondiali del 2034 si svolgeranno in Arabia Saudita, iniziano le speculazioni su come sarà la 2034 FIFA World Cup.
Un evento che per il Paese Arabo rappresenterà l’apice, a livello sportivo, di una strategia d’azione iniziata negli anni scorsi per incrementare, attraverso lo sport e particolarmente con il calcio, la reputazione e l’immagine della nazione. Ma non solo, poiché la Coppa del Mondo di calcio sarà un vero e proprio trampolino per i vari progetti avveniristici parte integrante della ormai celebre Saudi Vision 2030 (qui per saperne di più).
Si parla infatti di 80 mega progetti che andranno, entro il 2030, a cambiare il volto del Paese portando, secondo le stime, ad un aumento del PIL del 3,8 %. Una parte di queste opere sarà direttamente connessa ai Mondiali di calcio, i quali potranno così sfruttare alcune delle infrastrutture parte della Saudi Vision 2030.
I progetti
Se già ci si era meravigliati della magnificenza degli impianti utilizzati nella Coppa del Mondo in Qatar disputata nel 2022, possiamo immaginare che l’Arabia Saudita si presenterà con stadi, centri di allenamento, autostrade, aeroporti, hotel e quant’altro degni di essere definiti come “I migliori mai visti prima”.
Il Qatar aveva dovuto ospitare i Mondiali in inverno per evitare il clado torrido estivo; l’Arabia Saudita invece non avrà, grazie alla tecnologia, questo problema potendo, quindi, organizzare l’evento anche in estate. A tal riguardo sono da riportare le parole del Presidente della Federcalcio saudita Yasser Al-Misehal il quale è certo che non sarà un problema giocare le partite addirittura in piena estate: “Ci sono molte nuove tecnologie che permettono di raffreddare o climatizzare gli stadi, per non parlare del fatto che molte città del regno godono di un’atmosfera molto piacevole in estate. Siamo pronti ad affrontare tutte le possibilità”.
La legacy infrastrutturale
Grandi eventi sportivi che significa anche legacy infrastrutturale. Anche qui l’Arabia Saudita ha tutte le carte in regola per non cadere nel classico errore delle cosiddette “cattedrali nel deserto” che troppo spesso vediamo alla conclusione di Olimpiadi, Mondiali ecc… Il Paese arabo, infatti, sta già valutando di utilizzare le varie infrastrutture per, come si suole dire, intercettare svariati milioni di turisti attirati, non solo dalle bellezze e dalla cultura del Paese, ma anche, e qui sta la vera rivoluzione rispetto al passato, dalle infrastrutture stesse e da tutte le modernità create per la Coppa del Mondo. A tal riguardo c’è una prima stima che parla di un aumento, su base annua, da 8 a 30 milioni di turisti che visiteranno l’Arabia Saudita per motivi religiosi.