Fuori dal campo
A quando la pace tra LIV Golf e PGA Tour (e non solo)?
A cura di Cesare Tamborini
Non c’è pace tra LIV Golf ed il golf “mondiale”, nella fattispecie quello a stelle e strisce. L’ultima polemica in ordine di tempo è quella che coinvolge la lega golfistica saudita e l’Ordine di Merito Mondiale (l’OWGR). Polemica che poi, ad essere sinceri, non è così visto che si tratta di una vera e propria rottura.
Adesso basta!
Ma cosa è successo? LIV Golf ha formalmente ritirato la richiesta di accreditamento ai fini del World Ranking (l’OWGR) dei propri giocatori. In sostanza i sauditi avevano richiesto che i propri giocatori, pur giocando su questo tour “privato” che non è nell’orbita PGA o European Tour (ora DP World Tour), ricevessero punti validi per l’ordine di merito mondiale.
Il ritiro della candidatura è stato spiegato direttamente dal CEO di LIV Golf Greg Norman, il quale ha inviato una lettera ai suoi giocatori. “Non esiste più un fermo proposito che garantisca l’accuratezza, la credibilità e l’integrità delle classifiche OWGR. Noi abbiamo compiuto sforzi significativi lottando per voi e cercando di assicurare il riconoscimento dei vostri risultati nell’ambito del sistema di ranking esistente – continua lo “Squalo bianco” – ma sfortunatamente, l’OWGR ha dimostrato scarsa disponibilità a collaborare con noi in maniera costruttiva”.
Norman che entra poi nel dettaglio, per così dire più tecnico, scrivendo: “I rankings sono strutturati per penalizzare chiunque non abbia giocato con regolarità su di un ‘Eligible Tour’ (PGA ed European Tour su tutti n.d.r.) con i ratings dei fields che avvantaggiano in maniera sproporzionata chi gioca sul PGA Tour”.
Lettera che poi continua così: “Anche qualora i tornei LIV fossero immediatamente accreditati ai fini dei punti del Ranking, il sistema dell’OWGR è strutturato in modo tale che per voi sarebbe impossibile, in termini funzionali, guadagnare un numero di posizioni sufficiente ad avvicinarvi ai vertici della classifica, dove si trovavano così tanti di voi prima di unirsi alla LIV, e dove meritavate di restare sulla base delle vostre prestazioni”.
Tornerà il tempo della pace?
Una rottura, questa, vera e propria che fa cadere (irreversibilmente?) anche le speranze di una pace tra LIV e PGA Tour. Infatti, oggi come oggi, risuonano alquanto lontanissime le voci che l’estate scorsa davano come fatto il tanto auspicato accordo tra sauditi ed americani. La pace avrebbe portato fine a quel clima di stillicidio che è iniziato quando l’Arabia Saudita ha creato, da zero, il proprio ricchissimo tour. Un tour che, a suon di quattrini, in soli due anni ha portato con sé alcuni dei più grandi golfisti del mondo. Da Jon Rahm a Bryson DeChambeau a Sergio Garcia a Brooks Koepka fino a Dustin Johnson solo per citarne alcuni. Accordo non solo di non belligeranza, ma commerciale a tutti gli effetti, che avrebbe coinvolto anche il tour europeo, ma che non è mai stato messo “nero su bianco” causa rinvii.
Asia
Ora cosa succederà? Ammesso e non concesso che nello sport e negli affari tutto è possibile, compreso un ritorno di fiamma della pace tra LIV e PGA, quello che sembra più probabile è che i sauditi abbiano già trovato un sistema per superare lo scoglio dei mancati punti del World Ranking. Ma come? La risposta, secondo gli insider golfistici, è nell’Asian Tour che viene sostenuto economicamente dal fondo PIF, il quale, a sua volta, finanzia LIV Golf attraverso “Golf Saudi”. Praticamente il tour asiatico crescerebbe in maniera esponenziale in termini di montepremi e diventerebbe una sorta di serie A2 del tour saudita. I due tour sarebbero quindi collegati anche con un sistema di retrocessioni e promozioni. Il problema dei punti dell’OWGR verrebbe “aggirato” dal fatto che a chi gioca sull’Asian Tour, anche se è sotto contratto con LIV, vengono conferiti i punti mondiali.
Vedremo come si evolverà la situazione che vede da una parte LIV Golf, forte dei suoi investimenti capaci di attrarre campioni straordinari, e dall’altra il PGA Tour il quale vive tra una voce che lo vuole vicino a creare una A2 in stile LIV-Asian Tour e VIP (LeBron James e Lewis Hamilton) che lo finanziano. Tour USA che deve poi fare i conti anche con un certo Paul Azinger (capitano di Ryder Cup e vincitore di un PGA Championship tra gli altri) che lo ha definito come “Finito, ormai è ridotto a qualifica del tour saudita”.
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In apertura Phil Mickelson, uno dei primissimi a lasciare gli USA e trasferirsi in Arabia Saudita. Foto LIV Golf Facebook Account.