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La Saudi Pro League vuole 10 stranieri per squadra
A cura della redazione
Non accenna a rallentare il progetto della Saudi Pro League, che mira ambiziosamente a diventare in fretta uno dei tornei di calcio più importanti del pianeta. Il calcio mercato di questa estate ha già portato tra le dune tantissimi calciatori di alto profilo, tra questi il Pallone d’Oro Karim Benzema e Neymar jr, ma già si lavora per il futuro.
Il nuovo obiettivo della Saudi Pro League
Secondo diversi media sauditi, il Board della Saudi Pro League vorrebbe modificare l’attuale regolamento per consentire, nella prossima stagione, al campionato di alzare ancora di più il livello dei giocatori.
La soluzione sarebbe quella di consentire ai club di avere in rosa fino a dieci calciatori stranieri (l’attuale limite è di otto). Una decisione che, se presa, mostrerebbe in modo evidente cosa pensano i dirigenti della Saudi Pro League dei calciatori di casa. Aumentare il numero degli stranieri, infatti, certificherebbe la bocciatura almeno momentanea di quelli indigeni.
Il progetto Saudi Vision 2030
Il calcio rientra in un progetto ben più vasto, quello denominato Saudi Vision 2030.
Saudi Vision 2030 (in arabo رؤية السعودية ٢٠٣٠ ruʾyat al-suʿūdiyah alfayn thalāthūn) è un programma strategico promosso dal regno dell’Arabia Saudita per ridurre la propria dipendenza dal petrolio e diversificare l’economia del Paese, sviluppando settori di servizio pubblico come sanità, istruzione, turismo e intrattenimento; gli obiettivi chiave includono il rafforzamento delle attività economiche e l’incremento del commercio internazionale non petrolifero, oltre all’aumento della spesa pubblica in ambito militare.
I primi dettagli del programma sono stati annunciati il 25 aprile 2016 dal principe ereditario Mohammed bin Salman, figlio del re Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz; il consiglio dei ministri ha incaricato il consiglio degli affari economici e dello sviluppo di individuare e monitorare i meccanismi e le misure fondamentali per l’attuazione della Saudi Vision 2030.
Come riportato dal quotidiano The Guardian nel 2021, nonostante l’impegno nel diversificare la propria economia, il budget dell’Arabia Saudita dipendeva ancora per il 75% dall’esportazione di petrolio.