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Editoriale

Il futuro prossimo della SPL tra Champions League, superlega (araba) e Mourinho

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A cura di Cesare Tamborini

Un Carlo Nohra a 360° quello che ha parlato a “La Repubblica”. Un’intervista nella quale il CEO della Saudi Pro League spazia dall’analizzare la lega da lui amministrata fino a concentrarsi sul futuro del calcio (non solo quello saudita). Parole che, alla luce della sentenza Superlega-UEFA di questi ultimissimi giorni, diventano ancora più interessanti ed attuali.

Carlo Nohra, CEO della Saudi Pro League

Champions League? No, grazie

Ed a proposito di UEFA, il dirigente cipriota-libanese afferma quanto già dichiarato tempo fa ovvero che “Un club arabo in Champions non si vedrà. Siamo un paese asiatico e giochiamo la Champions asiatica, non c’è motivo per pensarla diversamente. Vogliamo elevare gli standard delle competizioni alle quali partecipiamo”.

I confini cadranno

Argomento strettamente legato a quanto sopra, a maggior ragione dopo la sentenza che ha aperto, di fatto, la via ad una Superlega europea, è quello della possibilità della nascita di una sorta di superlega araba. Su questo il massimo dirigente della SPL articola il suo pensiero argomentando che “E’ molto importante capire a che punto sia lo sport in questo momento. Siamo tutto d’accordo che arriverà un giorno in cui i confini nazionali e continentali scompariranno e ci sarà spazio per una lega diversa”. Anzi, continua Nohra, “Forse è quello che potrà sostenere lo sport a lungo termine non potendo però prevedere come andrà a finire, ma penso che il calcio, come tutti gli sport, abbiamo il compito di adattarsi ad un mondo che cambia”. Su di una cosa il dirigente è sicuro e cioè “Non è desiderio solo della SPL o della UEFA di forzare il cambiamento di qualcosa”.

Il target

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Intervista che poi entra più strettamente negli affari propriamente interni della Saudi Pro League la quale “Ha come target quello di diventare uno dei campionati più importanti al mondo. Traguardo che richiede una strategia a lunghissimo termine, facendo tutto il necessario per offrire il torneo più divertente del pianeta. Siamo solo all’inizio di questo viaggio – continua Nohra – sapendo che sarà lungo e difficile, ma abbiamo mosso i primi passi e continueremo step by step per arrivare al nostro obiettivo”. Ma come si arriverà al target prefissato? “Crescere implica risorse e convincere i giocatori a venire qui, specialmente in questa fase iniziale, ha richiesto un incentivo extra”. “L’arrivo nell’estate scorsa di tanti campioni è servito a dare credibilità al progetto, pur sapendo che le cose devono evolversi” conclude sull’argomento il CEO.

Non solo top player

Giocatori, ma anche gli allenatori sono essenziali ad elevare ulteriormente il livello tecnico-tattico della lega la quale “Ha bisogno dei migliori manager non importando da dove vengano. Cercheremo i top allenatori, ma formeremo anche i nostri sauditi affinché siano appetibili a livello internazionale”. Parola “allenatori” che vuol dire anche un nome preciso sul quale, da tempo, la SPL ha messo gli occhi: Josè Mourinho. A tal proposito Nohra dichiara “Verrà anche lui? È quello che dice lui, no?” (qui per le sue precedenti parole sul tecnico della Roma).

Futuro, tanto futuro nella disamina di Nohra il quale non può evitare un accenno alla Coppa del Mondo del 2034 che verrà organizzata proprio dall’Arabia Saudita. Competizione che “Indubbiamente ci darà qualcosa di ancor più grande a cui puntare” ma che, nel massimo dirigente della SPL, fa nascere una domanda, se volgiamo vedere ancor più futuribile dell’evento stesso: “Ma in modo critico dovremo chiederci: cosa succederà dopo?”.

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