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Il vice di Steven Gerrard: “Torno in Inghilterra, ecco com’è la SPL”
A cura di Cesare Tamborini
Ian Foster è un nome poco conosciuto dalle grandi platee, ma lui il calcio lo conosce, eccome. L’inglese, che da giocatore ha vissuto, usando un gergo da baseball usa, una carriera nelle minors, da allenatore ha invece guidato le nazionali giovanili dei Tre Leoni.
Dai giovani alla SPL
Vanta, infatti, il titolo di Campione d’Europa come capo allenatore della Nazionale inglese Under 19. Oltre a questo, è stato assistente di Steve Cooper durante la Coppa del Mondo Under 17 del 2017 vinta dai sudditi di Sua Maestà. Prima di entrare in federazione aveva allenato le giovanili del Galway (suo ultimo club da calciatore) e del Coventry City, per poi divenire vice al Portsmouth.
Insomma, un tecnico che con i giovani ci sa fare; ed è anche per questo motivo che, l’estate scorsa, ha accettato la proposta di Steven Gerrard di trasferirsi in Arabia Saudita all’Al-Ettifaq come suo vice.
Bye bye Arabia, ma “la SPL ha futuro”
Un’esperienza, come vedremo, da lui non rinnegata, tutt’altro, nonostante una decina di giorni fa abbia fatto la valigia per tornare in Inghilterra. Da qualche giorno l’ex attaccante sta allenando in Championship (l’equivalente della nostra serie B) il Plymouth che sabato scorso ha portato al successo 3-1 contro il Sutton United in FA Cup.
Una mossa, la sua, di tornare in patria che è stata vista con sorpresa visti i tempi. Sono infatti passati pochi mesi da quando è arrivato all’Al-Ettifaq, club che attualmente sta navigando in acque agitate, con il suo comandante Steven Gerrard in pericolo di esonero (qui per saperne di più).
A bocce ferme è interessante la disamina che Foster fa, in un’intervista concessa a BBC Sport, della Saudi Pro League da lui definita come “Una lega che c’è, che ha futuro. Un’esperienza meravigliosa per i giocatori, lo staff e le famiglie che possono sperimentare una cultura ed un campionato diversi”.
“La Saudi Pro League mi ha migliorato”
Giocatori, top player nella fattispecie, che in SPL abbondano “Si gioca contro alcuni dei migliori calciatori che abbiano mai calcato i campi da gioco. È una sfida per l’allenatore, il che è geniale perché, se non si riesce a far bene ti puniscono subito con una loro giocata” analizza il tecnico che, ancor prima che allenatore, è un vero appassionato di football. Passione che non nasconde quando ricorda come nella storia recente la Premier League abbia avuto il privilegio di vedere tanti top player al pari di quanto succedeva in passato in Serie A o, tuttora, con le due maggiori squadre spagnole.
Ma, tornando ai mesi trascorsi in Arabia Saudita, Foster ricorda come “Organizzavamo gli allenamenti in base agli orari di preghiera” oppure che “Ci allenavamo di sera per evitare il caldo torrido”. Inoltre, che “I giocatori non arrivavano al centro di allenamento alle 9 per la colazione; si allenavano alle 10.30 e per questo, tu allenatore, devi pensare diversamente rispetto a quando eri in Inghilterra”.
Episodi, questi, assieme ad altri come i 45 gradi e il mix di giocatori nazionali ed internazionali, che hanno rappresentato “Per me allenatore delle sfide fantastiche, perché mi hanno fatto migliorare” analizza con lucidità l’ex vice di Gerrard.
Il migliore da me allenato
Avventura saudita che per lui è terminata e che potrebbe, tra poco, finire anche per quel Jordan Henderson (qui per saperne di più) che ha allenato proprio all’Ettifaq. Henderson che per Foster è un vero e proprio esempio, soprattutto per i giovani perché “E’ il primo ad arrivare al campo d’allenamento e l’ultimo ad andarsene. Il suo è un comportamento d’élite, è uno dei migliori professionisti con i quali abbia mai lavorato”.
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Foto di apertura: Ettifaq Club Facebook account