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Editoriale

Proseguono le privatizzazioni dei club sauditi

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A cura di Cesare Tamborini

Nello scorso mese di luglio, quando parlammo delle privatizzazioni di alcuni club sauditi, avevamo usato l’espressione “in tempi brevi”. Parole utilizzate per dare una tempistica su quando le squadre in oggetto avrebbero potuto passare nelle mani di investitori privati.

Oggi, a distanza di tre mesi da quell’espressione, che poteva magari sembrare un po’ retorica, ci sono i primi risultati. Più precisamente, il Ministero dello Sport Saudita ha informato che nello scorso mese di settembre si è conclusa la fase di ricezione delle offerte. Oggetto degli interessi di privati sono tre rappresentati della Saudi Pro League: Al-Okhdood, Al-Kholood e Al-Orobah.

L’Al-Kholood del neo coach Noureddine Zekri sarà presto privatizzato. Foto: official Roshn Saudi League X English language account.

Le tre squadre erano state selezionate dal Ministero in base a rigidi criteri di appetibilità; ovvero sulla base della situazione finanziaria, delle loro capacità operative ed amministrative e delle strutture sportive.

Step by step

Dopo questa prima fase si passerà ad una seconda che riguarderà la revisione delle domande e quindi, successivamente, la vera e propria presentazione delle offerte finanziarie e tecniche da parte di coloro siano desiderosi ad acquistare i club. Dopo di che si entrerà nella negoziazione formale alla quale farà seguito la selezione delle offerte ritenute migliori. Alla conclusione di questa fase sarà annunciato il nome del compratore. Step questi che, per bocca del Ministero, non hanno una tempistica precisa. Cosa, questa, più che comprensibile visto che tutto l’iter della privatizzazione può essere più o meno lungo a seconda di vari accadimenti che possono verificarsi.

Chi dopo?

Quanto detto finora a proposito di Al-Okhdood, Al-Kholood e Al-Orobah varrà anche in un prossimo futuro per altre due società di SPL. Ci riferiamo ad Al-Shabab e Al-Ettifaq, anch’esse nel mirino del ministero per essere privatizzate. Due club che, in un’ipotetica scala, vengono appena sotto alle cosiddette quattro sorelle, ovvero Al-Hilal, Al-Nassr, Al-Ittihad e Al-Ahli anch’esse, guarda caso, già privatizzate tempo fa. Questo ha portato il Ministero dello Sport a dichiarare che “I due (Al-Shabab e Al-Ettifaq n.d.r.) saranno i club più costosi da essere acquistati tra quelli della SPL, in virtù del fatto che sono società fertili, sia per gli investimenti locali che stranieri e quindi vi sarà un’offerta molto speciale per loro”.

Parole, quelle del Ministero, che possono fare pensare che, come si suole dire, qualcosa “bolla già in pentola” per privatizzare sia il club dove gioca il nostro Jack Bonaventura che quello allenato dall’ex stella del Liverpool Steven Gerrard. Per il momento però, dal Ministero, come è comprensibile che sia le bocche sono cucite.

Anche l’Al-Shabab di Jack Bonaventura verrà privatizzato. Foto: Official Facebook Account of AlShabab Saudi Club.

Si va avanti

Quello che invece si apprende dal prossimo passaggio in mani private dei quattro club dei quali in apertura è che la strategia, avviata tempo fa, di “dismissione” da parte dello stato saudita stia procedendo. Dismissione che abbiamo scritto tra virgolette poiché il Regno non ha necessità, come vi avevamo già detto, di fare cassa vendendo i club della SPL e delle serie inferiori. Piuttosto è un processo in atto per rendere il calcio saudita finanziariamente sostenibile, perché no con l’ingresso di capitali privati od anche stranieri.

Vi è poi un altro fattore che ci ha portati ad usare le virgolette per il termine dismissione. Ovvero il fatto che i club che sono stati per il momento già privatizzati sono passati in mano a società che comunque sono, di fatto, dello stato e quindi agli antipodi di quella che si potrebbe definire come classica dismissione. Al-Nassr, Al-Hilal, Al-Ittihad, Al-Ahli e Al-Diriyah Club sono passate, le prime quattro direttamente mentre la quarta indirettamente, nelle mani del fondo sovrano di investimenti PIF. In sostanza possiamo dire, usando una terminologia molto “terra a terra”, che sono sempre, di fatto, di proprietà dello stato. Ma questo non osta a dimostrare come si sia trattato di vere e proprie privatizzazioni (magari anti litteram per noi europei) visto che i club non sono più di proprietà del Ministero dello Sport.

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Foto in apertura: official Roshn Saudi League X English language account.

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