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Editoriale

Le maggiori leghe europee vogliono chiudere il mercato il 15 agosto, cosa farà l’Arabia Saudita?

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A cura di Cesare Tamborini

È il sogno di ogni allenatore, ovvero quello di iniziare la nuova stagione con il mercato già chiuso. Tutti gli anni succede che i vari campionati, perlomeno i principali, inizino con la campagna trasferimenti ancora aperta.

Questo fenomeno causa, come facile immaginare, delle situazioni non facili da gestire specialmente per gli allenatori. I tecnici, in concreto, si trovano a dovere allenare una rosa che, come sovente accade, non sarà poi quella effettiva che affronterà il proseguo dell’annata. È così che, ogni anno tra agosto e settembre inizia a circolare l’ipotesi di introdurre una data comune a tutte le più importanti leghe europee per dichiarare chiusa la campagna trasferimenti lo stesso giorno e che, possibilmente, cada prima dell’esordio della nuova stagione.

Chris Smalling, approdato all’Al-Feiha dalla Roma nelle ultimissime ore di apertura del mercato saudita. Foto: The official Facebook account for Roshn.

Ferragosto

In queste settimane sembra che si sia giunti, come si suole dire, alla volta buona. Serie A, Liga, Ligue1, Bundesliga e la progenitrice di questa uniformazione di date, cioè la Premier League, avrebbero trovato l’accordo sulla data del 15 agosto 2025.

Tutto bene? No, perché c’è un grosso ma. “Ma” che viene da Riyadh dove, al momento, sembrano non sentirci sul chiudere il mercato in pieno agosto. Le ragioni di questo non allineamento dei sauditi, non si conoscono, anche perché di ufficiale al momento non vi è nulla. Si potrebbe ipotizzare che la Saudi Pro League preferisca serrare il mercato più tardi in modo da avere più tempo per “accogliere” giocatori scontenti provenienti dai maggiori campionati del Vecchio Continente. Ad esempio, quei calciatori che non dovessero essere inseriti nelle liste per le competizioni europee e che quindi vedrebbero di buon occhio fare le valigie e volare in Arabia Saudita.

Perché no?

Ipotesi, questa, come anche altre che potrebbero stare tutte in piedi. Fatto sta, ed è inconfutabile, è che anche quest’anno la Saudi Pro League ha chiuso la celeberrima porta della campagna trasferimenti in ritardo rispetto a noi europei. Per l’esattezza Riyadh, usando un linguaggio borsistico, ha terminato le contrattazioni il 2 settembre. Italia, Francia, Spagna e Inghilterra, ovvero il gotha del football europeo, avevano fischiato la fine il 30 agosto.

Neanche una manciata di differenza di giorni, ma che, per le ragioni dette pocanzi, potrebbe fare la differenza nell’allestire una squadra. Ma c’è di più poiché in origine il campionato saudita avrebbe dovuto concludere il mercato 2024 addirittura in ottobre, salvo poi decidere per il 2 settembre.

Salah rappresenta un obiettivo per la Saudi Pro League. Arriverà mai in Arabia Saudita? Foto: Official Facebook page of Liverpool FC.

E adesso cosa succede? Dal punto di vista procedurale nulla cambia visto che le quattro leghe di cui sopra hanno tutto il diritto di accordarsi sulla data del 15 agosto. Il problema sta nel fatto che il no di Riyadh proviene da un campionato che in neanche due anni è divenuto, numeri alla mano, di primaria importanza. E il fatto di non avere una data comune sulla chiusura della campagna trasferimenti potrebbe causare tra Europa e Arabia Saudita tensioni politico-calcistiche. Momenti di agitazione che, a proposito di mercato, si erano già verificati nell’inverno scorso quando la Premier League aveva messo ai voti una proposta che andava, di fatto, a chiudere i trasferimenti in prestito verso l’Arabia Saudita.

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In apertura Aubameyang, con la maglia dell’Al-Qadsiah. L’ex Arsenal è uno dei nomi di prestigio approdati quest’anno in Saudi Pro League. Screenshot-2024-10-02-at-14-23-23-Pierre-Emerick-Aubameyang-@auba-•-Foto-e-video-di-Instagram.

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