Editoriale
In quanti e quali sport i sauditi investono
A cura di Cesare Tamborini
Da quando l’Arabia Saudita ha pigiato forte sull’acceleratore degli investimenti sportivi, una domanda sorge spontanea: quanti e quali sono gli sport nei quali i sauditi hanno immesso denaro?
Quasi 1.000
Un quesito al quale risulta molto difficile dare una risposta visto che sono veramente una miriade gli eventi, i club o gli atleti che hanno catturato l’interesse di Riyadh. A tentare di rispondere ci ha pensato una società, la danese “Play the Game”. L’organizzazione, perché di tale di tratta, ha compiuto uno studio che è riuscito a contare in oltre 910 i contratti stipulati dal Regno durante il 2024. Accordi commerciali che consistono in sponsorizzazioni, acquisti (cartellini di atleti o di club) e organizzazione di eventi.
Nel dettaglio, come si legge da “El País” e “The Guardian” che hanno ripreso lo studio, si evince come il calcio la faccia da padrone con quasi 200 contratti. Segue la boxe con 123 ed il golf con 92. A 70 si fermano le arti marziali miste, mentre gli sport motoristici ne contano 54. Tennis con 36, atletica con 22 e ciclismo con 14 chiudono questa classifica.
Chi apre il portafoglio: PIF, SURJ…
La ricerca ha anche evidenziato quali siano le società saudite che investono. La maggior parte degli accordi (346) sono conclusi da PIF, l’ormai celebre fondo sovrano di investimenti. Qui bisogna però fare un distinguo in quanto, come abbiamo visto qua su CS, in tempi recenti è stata creata un’apposita società che ha proprio lo scopo di conferire capitali nel mondo dello sport.
Ci riferiamo a SURJ, che si potrebbe definire un po’ come il braccio destro sportivo di PIF. Questo perché PIF ha anche altro a cui dedicarsi. Stiamo infatti parlando di un fondo che vanta investimenti che vanno da ENEL a Citigroup passando per Boeing e Facebook. Fondo Sovrano che comunque è direttamente proprietario del Newcastle in Premier League e delle quattro sorelle della Saudi Pro League (Al-Hilal, Al-Nassr, Al-Ittihad ed Al-Ahli), ma di fatto anche di Al-Diriyah Club e di Neom, una in Second Division League e l’altra in Saudi League 1st Division.
… e Aramco
Oltre a PIF ed alla sua controlla SURJ, c’è un altro gigante che nutre interesse per il mondo dello sport. Ci riferiamo ad Aramco, società numero uno al mondo nel settore degli idrocarburi, la quale è direttamente proprietaria di un club di Saudi Pro League; quell’Al-Qadsiah che nell’ambiante è chiamata come “la squadra più ricca del mondo” e che, non è una coincidenza, quest’anno è stata promossa in massima serie e sta facendo bene.
Ma non finisce qui perché Aramco vuol dire anche F1. Infatti, è “title sponsor” del team Aston Martin che dall’anno prossimo si è assicurato niente meno che il progettista numero uno sulla piazza, quell’Adrian Newey da tutti chiamato “Il Genio”. Aramco che inoltre è, tra le altre, sponsor del GP di casa, ovvero quello di Jeddah, e “Global Partner” della F1.
Tornando al calcio, il leader mondiale degli idrocarburi ha recentemente siglato un accordo con la FIFA della durata di quattro anni. Contratto che garantirà alla FIFA, stando alle voci che circolano, 350 milioni di dollari frutto della sponsorizzazione by Aramco della Coppa del Mondo del 2026 e di quella femminile dell’anno seguente.
Calcio, ma non solo
Analizzando l’elenco delle discipline, quello che sorprende di più, perché la situazione è in costante evoluzione, è l’interesse saudita verso uno sport in particolare: il tennis. Quanto sta avvenendo qui è qualcosa di realmente impressionante. Da rimanere a bocca aperta per le cifre e per la velocità di esecuzione. Nel giro di poco tempo i sauditi hanno organizzato il torneo più ricco della storia, siglato accordi di sponsorizzazione di tornei di punta oltre che dei ranking maschile e femminile, organizzato le WTA Finals ed ingaggiato Rafa Nadal come ambasciatore.
Vi è poi quella che forse è la maggior conquista tennistica di Riyadh, ovvero l’opportunità, più unica che rara, di poter organizzare dal 2027 un torneo Masters 1000. Più unica che rara perché, in un calendario saturo sembrava impossibile riuscire ad inserire un appuntamento di tale importanza. Senza contare poi le numerose voci di possibili interessamenti per acquistare i circuiti ATP e WTA e quant’altro…
Il sogno che diventa realtà
Che sia per l’appena citato tennis, o per il golf (LIV Golf) che ha visto con l’entrata in campo dei sauditi rompersi il duopolio, se così vogliamo chiamarlo, tra PGA Tour ed European Tour, l’elenco è veramente lungo. Non dimentichiamo, ovviamente, il calcio nel quale l’Arabia Saudita ha investito, e lo farà anche in futuro, cifre da autentico capogiro. Senza entrare qua nei dettagli di quanto speso dai sauditi (qui per un esempio), possiamo annoverare la candidatura ad organizzare la Coppa del Mondo del 2034. Candidatura che tra qualche giorno, per l’esattezza l’11 di questo mese, si trasformerà nella certezza di ospitare l’evento calcistico numero uno al mondo.
Perché?
Investimenti, da quelli più piccoli sino a quelli faraonici, che sono parte integrante di quel progetto del quale se ne parla ormai da tempo e che rappresenta per il Regno la sfida principe: Saudi Vision 2030. Una visione, molto concreta, che, nata negli anni scorsi per diretta volontà del principe ereditario nonché primo ministro Mohamed Bin Salam, ha come target quello di diversificare l’economia saudita rendendola non più dipendente quasi in toto dal petrolio, bensì anche da altre fonti. E qui entra in gioco, con una quota rilevante, lo sport, ma non solo. Vi è infatti spazio anche per l’entertainment come si può evincere consultando il “Budget 2025“, redatto dal Ministero delle Finanze Saudita, nel quale vi sono specifici paragrafi di spesa dedicati proprio allo sport ed all’intrattenimento.
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In apertura il team di F1 Aston Martin che ha Aramco come “title sponsor”. Foto: Aston Martin Aramco Formula One® Team.