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Fuori dal campo

E se il Giro d’Italia diventasse saudita?

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A cura di Cesare Tamborini

La notizia è di quelle clamorose, ma al contempo non del tutto un fulmine a ciel sereno. Parliamo della possibilità che il Giro d’Italia diventi di proprietà saudita.

Già nell’estate dello scorso anno erano circolati i primi rumors i quali, dopo pochi mesi, si erano, per così dire, spenti. Ma nell’ultimo periodo tali voci sono tornate in voga alimentate da quanto sta accadendo in seno a RCS, società proprietaria della corsa rosa.

Riorganizzazione

Nel dettaglio è da alcune settimane che si vocifera di un grosso riassetto azionario portato avanti da Urbano Cairo in persona. Si tratterebbe dello scorporo di RCS Media Group S.p.a. in favore di RCS Sport & Media S.r.l. Al momento vi sono due società che gestiscono le attività sportive del gruppo: RCS Sport e RCS Sport & Events. La prima si occupa di direttamente delle corse ciclistiche: Giro d’Italia, Milano-Sanremo, Strade Bianche, Tirreno Adriatico e Milano-Torino. La seconda gestisce gli aspetti commerciali e promozionali delle competizioni di cui sopra.

L’inconfondibile passione che solo le strade del Giro d’Italia riescono a trasmettere. Foto: Giro d’Italia X account.

Ebbene il piano di Cairo è di accentrare tutte le attività relative all’organizzazione delle manifestazioni sportive all’interno di RCS Sport & Events. In parole povere rimarrebbe RCS Media Group che continuerebbe ad occuparsi del mondo media affiancata appunto da RCS Sport & Events. Insomma, un’importante riorganizzazione che negli intenti del Presidente del Torino avrebbe come scopo quello di ottimizzare il lavoro svolto dalle due società. Ma c’è chi pensa che tale riassetto sia prodromico alla cessione del ramo sportivo. E qui scendono in campo i sauditi, i quali vedrebbero di buon occhio la possibilità di entrare nel ciclismo.

Al momento non si conoscono i termini di questo interesse da parte dell’Arabia Saudita; si parla però insistentemente del coinvolgimento del fondo PIF. Fondo sovrano saudita che, nel caso, non interverrebbe direttamente, ma lo farebbe con il suo braccio operativo sportivo. Si tratta della società SURJ Investments la quale, come vi abbiamo detto qua su CS, è stata creata allo scopo di accelerare la crescita del settore sportivo nel Regno. Una sorta di “braccio destro di PIF” che si occupa solo ed esclusivamente di sport.

 

Il podio dell’edizione 2024 della Corsa Rosa: Tadej Pogačar, Daniel F. Martinez e Geraint Thomas. Foto: Giro d’Italia X account.

Sauditi che nel ciclismo, e sempre attraverso SURJ Sport Investments, hanno già in mente un obiettivo che ha del eclatante. Ovvero, come ne abbiamo parlato nel recente passato qua su CS, del progetto, che sarebbe già nero su bianco, di creare una sorta di “Champions League del ciclismo” attraverso la nascita della lega denominata ONE Cycling. 250 sarebbero i milioni di euro messi sul piatto per tale iniziativa.

ONE Cycling che avrebbe già catturato l’attenzione di alcune squadre del Pro Tour, specialmente per un nuovo modus operandi in materia di diritti televisivi. E i grandi giri cosa fanno? Per il momento, sono alla finestra. Ma solo “per il momento” perché, se l’operazione Giro d’Italia-Arabia Saudita dovesse andare in porto il ciclismo professionistico subirebbe una rivoluzione copernicana come mai prima. Neanche l’ingresso dei ciclisti professionisti alle Olimpiadi, avvenuto nel 1996, o lo stravolgimento del calendario del 1995 sono stati così rivoluzionari.

Vista la complessità dell’operazione non ci aspettiamo annunci a breve, ma, perché no, alla presentazione della Corsa Rosa edizione 2025 che avverrà a Roma il prossimo 13 gennaio si potrà magari sapere già qualcosa.

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In apertura Tadej Pogačar vincitore del Giro d’Italia 2024. Foto: Giro d’Italia Facebook account.

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