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6 club sauditi sono vicini ad essere privatizzati

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A cura di Cesare Tamborini

Privatizzazioni, avanti tutta! Il processo che vede l’ingresso di capitali privati nel calcio saudita sta, continuando ad utilizzare il gergo marittimo, andando in porto. Ad annunciarlo, con tanto di cifre, è il Ministro dello Sport Saudita Principe Abdulaziz bin Turki Al-Faisal il quale ha parlato di come stia andando l’intero percorso di privatizzazione dei club calcistici sauditi.

Sì, investiamo

Durante il Budget Forum 2025 organizzato dal Ministero delle Finanze, il numero uno dello sport saudita ha dichiarato come l’interesse ad investire per l’acquisizione dei club calcistici stia suscitando un notevole successo sia a livello locale che internazionale. Nello specifico si annoverano 25 aziende che stanno concretamente ed attivamente perseguendo l’opportunità di immettere capitali in 6 dei 14 club che il Ministero dello Sport ha deciso di privatizzare. Quali siano specificatamente i club non è dato saperlo per ovvie ragioni di riservatezza. Ma è risaputo, anche in questo caso per bocca del Ministero, che lo scorso mese di settembre si fosse conclusa la fase di ricezione delle offerte per Al-Okhdood, Al-Kholood e Al-Orobah.

L’Al-Hilal, campione in carica della SPL, è di proprietà del fondo sovrano saudita PIF. Foto: The official English account of #Alhilal Saudi Club.

Tornando a quanto riportato poco sopra, il Principe Abdulaziz bin Turki Al-Faisal ha, come si suole dire, messo sul tavolo anche il potenziale economico di tali operazioni. L’ammontare complessivo si aggirerebbe a poco più di 130 milioni di dollari. Ministro che, in conclusione del suo intervento a proposito delle privatizzazioni, ha sottolineato che “C’è anche interesse da parte di aziende straniere a investire e acquisire club sportivi locali, che annunceremo presto”.

A quando?

Parole e numeri importanti che dimostrano concretamente come il tema privatizzazioni sia sempre ai primissimi posti degli obiettivi da raggiungere dal calcio saudita. Target, questo, che il Regno si è dato per rendere, come più volte vi abbiamo detto qua su CS, il football saudita più finanziariamente sostenibile. Processo che, ricordiamo, è iniziato tempo fa con la privatizzazione delle quattro sorelle (Al-Hilal, Al-Nassr, Al-Ahli e Al-Ittihad) che ora sono di PIF. Proseguito poi con Al-Diriyah Club e Neom sempre in orbita PIF e con Al-Qadsiah che è di proprietà di Aramco. Si va a vele spiegate quindi, tant’è che già a settembre il Ministro dello Sport parlava di “tempi brevi” per giungere a conclusione.

Come?

Ma come funziona concretamente l’iter? Dopo la prima fase che consiste nella ricezione delle offerte, si passa ad una seconda che riguarda la revisione delle domande. Successivamente vi è la vera e propria presentazione delle offerte finanziarie e tecniche da parte degli interessati ad acquistare i club. Successivamente si entra nella negoziazione formale alla quale fa seguito la selezione delle offerte ritenute migliori. Alla conclusione di questa fase viene annunciato il nome del compratore.

6 club sauditi vengono privatizzati

Nacho, uno degli acquisti di punta dell’Al-Qadsiah che appartiene ad Aramco. Foto: The official Facebook account for Roshn.

Trafila che, vedendola da fuori, appare lunga ed elaborata, ma che è il frutto della recente rivisitazione per rendere il tutto più veloce. A sottolinearlo è ancora il Principe Abdulaziz bin Turki Al-Faisal il quale, sempre durante il Budget Forum 2025, ha spiegato che “Nel 2018, a nessuno era consentito fondare un club se non tramite fastidiosi processi normativi. Ora, attraverso la piattaforma, chiunque può aprire un club o un’accademia e investire facilmente nel settore”. In concreto onde facilitare gli investimenti nel settore sportivo, ma più specificatamente nel calcio, il processo di privatizzazione è stato snellito. È stata lanciata una sorta di piattaforma che concede licenze ad accademie e club, rendendo più facile per privati e aziende investire.

Si cresce

In conclusione del suo intervento in quello che è il forum economico-finanziario più importante del Regno, quello dove, per intenderci, viene messo nero su bianco il bilancio dello stato per l’anno a venire, il Ministro dello Sport ha posto l’accento sulla Saudi Pro League. Maggiore lega calcistica saudita che “E’ in crescita, con partite trasmesse in oltre 160 Paesi. I ricavi del campionato sono aumentati del 33% quest’anno, a testimonianza della crescente partecipazione e interesse per il settore sportivo del Regno”. Inoltre, sempre a proposito di SPL, è stato reso pubblico il dato del costo per la risoluzione dei contratti per portare in Arabia Saudita i calciatori. Esborso che è sceso dai 616 milioni di dollari de 2023 ai 30 di quest’anno.

Calcio che, al pari di quanto succede ad esempio da noi in Italia, anche nel Regno sta diventando parte integrante dell’economia locale. Al momento, infatti, impiega 5.000 lavoratori a tempo indeterminato, con l’obiettivo di salire a 130.000, tra diretti e indiretti, entro il 2030.

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In apertura Hussain Al Shuwaysh dell’Al-Orobah, club che è vicino ad essere privatizzato. Foto: official X Roshn Saudi League English language account.

 

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