Fuori dal campo
Nel 2036 le Olimpiadi in Arabia Saudita?
A cura di Cesare Tamborini
La recente visita della famiglia reale saudita a Parigi, proprio in concomitanza con le Olimpiadi, ha avuto, come sappiamo, lo scopo di presentare alla FIFA il dossier per la candidatura del Regno per i Mondiali del 2034. Ma c’è di più perché la delegazione saudita era presente nella capitale francese anche per iniziare quella che viene chiamata come “opera di influenza” nei confronti del CIO. Ma a quale fine? Molto semplice, il Regno ha come sogno quello di ospitare le Olimpiadi.
Il sogno
Di questo desiderio ve ne abbiamo già parlato qua su CS, quando vi abbiamo detto che i sauditi la parola Olimpiadi l’hanno anche già pronunciata definendola come “l’obiettivo finale”. Vanno bene, anzi benissimo e ci mancherebbe altro, tutti gli eventi sportivi che Riyadh ha ospitato ed ospiterà nel prossimo futuro; basti pensare, ad uno su tutti, alla Coppa del Mondo nel 2034. Ma, come abbiamo visto anche recentissimamente con i Giochi parigini, le Olimpiadi sono il no plus ultra dello sport. E questo lo sanno anche i sauditi i quali, e questa è la grande novità dopo gli incontri informali avvenuti a Parigi a fine luglio, hanno anche in mente una probabile data per ospitare l’evento sportivo per antonomasia: il 2036.
Che un giorno o l’altro l’Arabia Saudita farà ufficialmente il passo per candidarsi ai Giochi non lo scopriamo adesso. L’ho ha confermato niente meno che il Presidente del CONI Giovanni Malagò il quale, guarda caso proprio in quei giorni di fine luglio a Parigi, aveva affermato di “Fare fatica a non pensare che si faranno avanti anche i sauditi, i quali sono qua a Parigi con un dream team della famiglia reale, tra cui il ministro dello sport che è anche il numero uno del comitato olimpico locale”. A maggior ragione è ipotizzabile una candidatura saudita poiché il Paese, come ricorda Malagò, “Si è già aggiudicato l’organizzazione delle Olimpiadi degli e-Sport per le prossime tre edizioni”.
Arabia Saudita, tante rivali
Quindi si può dire che l’Arabia Saudita si farà avanti formalmente per le Olimpiadi del 2036? Andiamoci piano perché la strada, non solo temporale, verso quel giorno in cui si accenderà il braciere è molto lunga e piena di ostacoli, anche per i sauditi. Innanzitutto, bisognerà vincere la concorrenza; e qui entrano in campo nomi quali Qatar, Turchia, India, Cina, Danimarca e Canada. Riguardo l’India, favorita numero uno, è stato lo stesso Malagò, sempre in quel di Parigi, a dichiarare che “Sicuramente si candiderà ad organizzare i Giochi nel 2036”. Ad alimentare la serratissima concorrenza ci sarà anche il Qatar; i qatarioti, cugini se così possiamo definirli dei sauditi, hanno il vantaggio di aver ospitato nel 2022 la Coppa del Mondo di calcio. Evento che ha rappresentato una sorta di prova generale di cosa significhi organizzare le Olimpiadi.
La Turchia rappresenta l’eterno paese “potenzialmente” candidato, visto che si parla da diverso tempo di vedere la fiaccola olimpica arrivare per l’ultima tappa ad Ankara od Istanbul. India, Qatar e Turchia rappresentano, senza dubbio, le tre maggiori favorite, senza dimenticare la Cina la quale ha già organizzato, in tempi recenti, sia i Giochi estivi che quelli invernali e risulta quindi super collaudata a tali mega eventi.
Facciamo da soli
A proposito di Qatar si ipotizza, a detta di alcuni, perché no di una candidatura congiunta con Riyadh. Evento che, al netto di poterlo effettivamente fare in base alle regole del CIO, sarebbe difficilmente ipotizzabile visto che i rapporti tra i due Paesi confinanti non sono così idilliaci da permettere una candidatura congiunta. Ma, al di là di questo, conoscendo i sauditi ci risulta poco probabile che vogliano organizzare i Giochi con un altro Paese. Riyadh ha l’intenzione di ospitare le Olimpiadi da sola dimostrando al mondo, usando una terminologia forse fin troppo severa ma reale, di non aver bisogno dell’aiuto altrui.
Non dimentichiamoci che, a proposito di eventi sportivi, la più volte sopra citata FIFA World Cup 2034 si giocherà sicuramente in Arabia Saudita nonostante, ufficialmente, non sia ancora stata assegnata; questo in virtù del fatto che Riyadh è l’unica candidata. E in una situazione del genere nella quale Riyadh ha letteralmente sbaragliato la concorrenza, visto che le altre pretendenti, l’ultima in ordine di tempo l’Australia, si sono ritirate, risulta alquanto difficile immaginare che la stessa Riyadh possa condividere il proprio sogno olimpico con un altro Paese.
Soldi, tanti soldi
Altro fattore, secondo a nessuno, che ostacolerebbe la strada olimpica dei sauditi è quello finanziario. Ebbene sì, anche per le floridissime casse di Riyadh, ospitare i Giochi non sarà uno scherzo. Nonostante la famosa “Agenda 2020”, promossa dal CIO per rendere i Giochi più finanziariamente sostenibili, organizzare “l’evento degli eventi” è sempre un costo colossale per i portafogli. A maggior ragione per il fatto che la spesa preventivata va poi, spesso per non dire sempre, ad aumentare considerevolmente.
I sauditi di denaro ne hanno tanto, anzi tantissimo, ma anche loro, e lo dimostra il calcio mercato della Saudi Pro League di questa estate 2024, lo spendono con parsimonia. Di questi giorni è poi la notizia che il fondo PIF, nonostante una liquidità monstre, abbia deciso di optare per investimenti in Arabia Saudita più che all’estero. I sauditi non stanno, come si usa dire, tirando i remi in barca, piuttosto hanno deciso di entrare con i loro petrodollari in quei settori che decidono loro, per loro motivi, di essere meritevoli di investimenti.
Le Olimpiadi saranno uno di questi settori? La risposta non la conosciamo; quello che sappiamo è che Riyadh ha veramente voglia di realizzare il sogno a cinque cerchi. Per avere una risposta dovremo aspettare il 2026 o il 2027 quando probabilmente il CIO assegnerà i Giochi del 2036. Lì vedremo se quell’opera, di cui vi abbiamo parlato all’inizio, messa in piedi nelle giornate e nelle serate parigine da parte della delegazione saudita è stata fine a se stessa o se è stata prodromica ad una reale candidatura per il 2036.
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Foto in apertura: Olympics Facebook account.