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Interviste

Esclusiva CS – Arrigo Sacchi: “L’Arabia Saudita dovrebbe imparare dall’Impero Romano”

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A cura di Massimiliano Vitelli

Arrigo Sacchi, uno degli allenatori italiani più vincenti di sempre, ci parla di calcio saudita, Serie A… e politica

 

Signor Sacchi, le interessa la Saudi Pro League?

“Sinceramente la sto seguendo poco, non mi entusiasma. Il Governo saudita sta investendo molto, spero per loro che gli vada bene. Occorrerebbe imparare dalla storia, ad esempio dall’Impero Romano. L’ultimo vero periodo vincente dell’Italia”.

Quindi secondo lei sono secoli che il nostro Paese non splende più.

“Purtroppo l’Italia è una Nazione dove regna l’individualismo. Guardi la politica, all’interno dello stesso partito ci sono diverse correnti, ognuno cerca di emergere, non si pensa più al bene comune”.

Anche nel calcio non siamo più leader.

“Lo siamo stati negli anni ’80 e in parte negli anni ’90. Oggi siamo indietro. Nelle Nazioni, quasi sempre il calcio rispecchia l’andamento generale del Paese, e a dire il vero la nostra Italia è decisamente indietro. Lo ripeto, una Nazione dove regna il personalismo non va da nessuna parte.

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Come giudica gli allenatori italiani?

Rispetto a quando allenavo io il calcio è cambiato, ed anche i nostri allenatori. Ora sono più strateghi che tattici”.

Che consiglio darebbe ai suoi colleghi?

“Di guardare di meno i piedi dei calciatori e di più la loro testa. Per diventare dei professionisti di alto livello c’è bisogno di cervello”.

Quest’anno la Serie A sembra equilibrata, cosa ne pensa?

“Inter e Milan sono partite bene, ma hanno le coppe europee e questo può essere un ostacolo alla corsa al titolo. La Juventus, che ora è appena dietro, invece, potrà concentrarsi solo sul campionato e questo alla lunga potrebbe risultare decisivo. Non mi sorprenderei se la squadra di Allegri facesse l’impresa”.

Mourinho le piace?

“José è un genio della parola. Il migliore di tutti in assoluto per ciò che concerne la comunicazione. È questo il suo grande punto di forza e spesso basta e avanza. Anche lui punta molto sulle strategie, meno sulla tattica”.

 

 

 

 

 

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