Interviste
Esclusiva CS – Antonio Cabrini: “Troppa differenza tra i calciatori europei e quelli sauditi”
A cura di Massimiliano Vitelli
Antonio Cabrini, bandiera della Juventus (con la quale ha giocato dal 1976 al 1989) e Campione del Mondo con l’Italia di Enzo Bearzot al Mundial spagnolo del 1982, è stato uno dei primi veri difensori “moderni” italiani. Tra i migliori di sempre nel ruolo di terzino sinistro, con la maglia bianconera ha vinto sei scudetti, due Coppe Italia, una Coppa Uefa, una Coppa delle Coppe, una Coppa dei Campioni e una Coppa Intercontinentale.
Cabrini, cosa pensa del boom del calcio saudita?
“Era abbastanza prevedibile, visto quanto denaro possono spendere i dirigenti che operano a quelle latitudini. Non sono però molto convinto che la Saudi Pro League possa confermarsi nelle prossime stagioni, ancor meno che possa piazzarsi stabilmente tra i campionati di vertice”.
Cosa la spinge a pensare che sia una bolla destinata a scoppiare?
“Innanzitutto il fatto che puoi comprare tutti i calciatori che vuoi, cosa che stano facendo, ma non puoi comprare la storia del calcio”.
Cristiano Ronaldo ha aperto la strada, già tanti lo hanno seguito.
“Mi sembra evidente che sia il denaro a decidere. Molti campioni stanno andando a giocare nella Saudi Pro League perché attratti da contratti ricchissimi che in Europa non riuscirebbero di certo a firmare”.
Il loro arrivo ha indubbiamente migliorato il torneo.
“Questo è sicuro, ma non basta. Anzi, per certi aspetti ha evidenziato delle criticità importanti: prima tra tutte la differenza di qualità tra i calciatori europei e quelli sauditi. Basta vedere dieci minuti di una partita per accorgersene”.
Come giudica l’attuale Serie A?
“Le dico la verità, non bene. Mi annoia. Gli anni passano ma vedo sempre le stesse facce, gli stessi dirigenti che si aggiustano le loro cose. Servirebbero innovazioni e volti nuovi. Direi che il livello della Serie A è appena sufficiente. E i tanti stranieri non aiutano. La maggior parte di loro non sono campioni, in Italia abbiamo di sicuro giocatori migliori”.
Qual è la squadra che le sta piacendo di più?
“La Fiorentina di Vincenzo Italiano, un allenatore che ammiro molto. Le sue squadre hanno un’identità e giocano un bel calcio”.
Cosa pensa invece delle romane?
“Non vedo bene né la Roma né la Lazio. I giallorossi mi sembrano ormai al termine di un percorso. Mourinho è a fine ciclo, secondo me ha perso appeal nello spogliatoio. Le sue squadre non hanno mai espresso un calcio eccezionale, ma hanno sempre sopperito a questo con grinta, determinazione e fame di vincere. Ora ho l’impressione che nella Roma manchino anche queste caratteristiche. Per ciò che riguarda al Lazio, secondo me Sarri è un buon allenatore, mi piace come fa giocare le sue squadre, però ho l’impressione che sia un tipo difficile da gestire e questo può influenzare la squadra”.
E la Juventus?
“Ha lo stesso problema della Roma. Allegri ormai ha dato tutto quello che poteva, per i bianconeri è tempo di cambiare guida tecnica. Giuntoli dovrebbe fare qualcosa, così non va bene”.