Interviste
Esclusiva CS – Gigi Riva: “Lasciare la Nazionale per soldi? Mai”
A cura di Massimiliano Vitelli
Gigi Riva è stato uno dei migliori attaccanti italiani di tutti i tempi. Uomo di grande carattere e determinazione, ha sempre messo al primo posto i valori veri della vita. “Rombo di Tuono”, questo era il suo soprannome ai tempi in cui faceva impazzire i difensori avversari, è tutt’oggi il miglior marcatore di tutti i tempi della Nazionale italiana avendo segnato 35 reti in 42 presenze. Con l’Italia si è laureato campione d’Europa nel 1968 e vice-campione del Mondo nel 1970.
Riva e l’Italia
Terminata la carriera da calciatore, Gigi Riva torna in Azzurro nel 1987, quando l’allora presidente della Figc Antonio Matarrese lo assume come dirigente di raccordo tra la Nazionale e la Federcalcio. Nel 1990 diventa accompagnatore e successivamente team manager, ruolo che deciderà di lasciare per l’avanzare dell’età nel 2013.
Oggi, a 78 anni, dalla sua Cagliari, la città che gli ha rapito il cuore, segue sempre con affetto e attenzione la Nazionale.
Signor Riva, cosa pensa del nuovo corso targato Spalletti?
“Mi auguro possa fare bene e darci tante soddisfazioni. Ma non si possono pretende miracoli, soprattutto nell’immediato. Le squadre vanno costruite e per farlo ci vuole tempo”.
L’addio di Mancini ha stupito molti.
“Conosco Roberto e gli voglio molto bene, ma le sue dimissioni mi hanno lasciato perplesso. Per come sono fatto io mi risulta difficile capirle”.
Ci spieghi meglio…
“Io la Nazionale italiana non l’avrei mai lasciata, per nessuna offerta economica. Sento spesso dire che in questo periodo dall’Arabia Saudita stanno arrivando tante proposte irrinunciabili. La mia opinione è che non si è obbligati ad accettarle, basta dire “No, grazie”.
Ai suoi tempi non c’erano queste tentazioni, o almeno non erano così forti.
“Ha ragione, ma le assicuro che per me la Nazionale italiana aveva e vale ancora oggi più di qualsiasi offerta di denaro, anche “irrinunciabile”. Quindi se ci fossero state e mi fossero pervenute, le avrei rifiutate.
Intanto il calcio non ha più confini.
“Il mondo cambia. Negli anni ’80 i grandi giocatori volevano venire tutti in Italia, ora sono attratti da altre realtà. Così è la vita”.